Descrizione
La Chiesa Madre è il principale luogo di culto di San Cataldo, situata nel punto più alto e centrale della città. È retta attualmente dall’Arciprete di San Cataldo, don Alessandro Giambra. Dall’8 dicembre 2019 è unita con vincolo particolare alla papale Arcibasilica del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano, Cattedrale del Sommo Pontefice.
Il Duomo fu voluto dalla famiglia Galletti, fondatori del paese di San Cataldo. A cominciare dal Seicento, la veneranda e nobile struttura subì un improvviso crollo della parte delle cappelle del Crocifisso e di San Cataldo, costringendo la comunità sancataldese a ricostruirla, ad ampliarla e a renderla più maestosa. Certamente va dato merito alla famiglia Galletti, attenta promotrice delle opere pubbliche locali, di aver fatto erigere una chiesa che architettonicamente risulta tra le più interessanti della diocesi di Caltanissetta. Spettò, infatti, a Vincenzo Galletti, figlio del fondatore del paese, dotare il nascente tessuto urbano di una chiesa maggiore, intitolata alla Natività di Maria, nella parte alta di esso, posizionata su un’emergenza rocciosa nei pressi del castello. È un periodo di forte aumento demografico, in cui la chiesetta degli agostiniani, situata nella parte bassa dell’attuale via San Nicola, non era più sufficiente a soddisfare i bisogni spirituali di una popolazione in continua crescita. Il barone Vincenzo chiese dunque nel 1632 l’autorizzazione al Vescovo di Agrigento, entro cui ricadeva il suo territorio a livello ecclesiastico, di costruire una chiesa e di fondare un’arcipretura, disponendo a tal riguardo una rendita di 40 onze annuali per essere aperta al culto, riservandosi di nominare l’Arciprete. La frana, in agguato per circa sessant’anni, nel 1698, tentò di minare le basi del tempio, ma l’immediato intervento del principe Galletti, fece riparare tutte le lesioni, trasformando quasi interamente la parte interna, che acquistò assetto e stabilità.
La Chiesa Madre si presenta a pianta basilicale con cupola centrale, fu concepita secondo i canoni barocchi e le istanze tridentine legate all’evangelizzazione delle masse contadine. È meraviglia il fatto che, in un’epoca in cui il paese era ancora una borgata, sia stata costruita una magnifica chiesa, grande e bella, imponente, a tre navate e a forma di croce latina, con una superba cupola al centro e un cappellone del coro. È possibile rilevare l’organizzazione spaziale dell’edificio di quel periodo attraverso la visita pastorale del 1745, intrapresa dal Vescovo di Agrigento, S.E. Mons. Lorenzo Gioeni. Dai documenti apprendiamo che erano presenti sette altari laterali per navata, le cappelle del Santissimo Sacramento e del patrono san Cataldo. L’autore del progetto della Chiesa Madre rimane sconosciuto, benché sia riconducibile alla cerchia di collaboratori e capomastri del famoso architetto Vaccarini che nello stesso periodo era attivo a Catania per volere del Vescovo S.E. Mons. Pietro Galletti. Tra i maestri catanesi figura la famiglia Caruso e uno di questi componenti, Giuseppe, compare nel 1768, incaricato di eseguire una serie di lavori riguardanti la facciata della chiesa, il pavimento e la collocazione del monumento funerario in memoria di Giuseppe Galletti situato nel transetto di sinistra.
Solo nel secolo successivo alla costruzione si poté consacrarla ufficialmente, infatti, il 9 maggio del 1739, il Vescovo di Catania, S.E. Mons. Pietro Galletti, fratello del principe Giuseppe, fu chiamato per celebrare la solenne funzione della dedicazione del tempio messo sotto la protezione della Vergine Immacolata.